5 - Il sentiero Angelini

Che la giornata avrebbe preso una strana piega ho incominciato a pensarlo quanto ho visto Ubert arrivare all’appuntamento assonnato e con le unghie dei piedi smaltate di azzurro che si vedevano spuntare dai sandali! La sua candida giustificazione fu: “Ho passato una piacevole seratina in un bel localino ..”! Ci siamo guardati attoniti.   
In realtà nulla faceva presagire strani eventi: la mattinata era bellissima, con cielo terso e aria frizzante. Avevo in mente da tempo di rifare il sentiero Angelini (sulla Moiazza) e questa sembrava la volta buona. Marco, che non lo aveva mai fatto, era convinto della scelta. Avevo però qualche perplessità perché il gruppo era più numeroso del previsto e c’erano alcune difficoltà nel percorso (un passaggio di I°). Marco ha tentato di rassicurare tutti dicendo che avevamo corda e cordini e che nel caso li avremmo tirati su (!!!). A molti questo fece l’effetto contrario e la tensione incominciò a salire. Nel gruppo c’era pure Linda ci ha raggiunti per la sua consueta gita annuale sulle dolomiti.
Dopo la colazione a Forno di Zoldo (non entusiasmante) e aver faticosamente parcheggiato sulla rotabile che porta a Malga della Gera siamo partiti alla volta del bivacco Grisetti. Il sole e le prime rampe hanno subito scaldato gli animi e il fisico. Un ruvido canale (vedi foto) ci ha anche preparato psicologicamente alle successive asperità. Comunque fino al Grisetti nessun problema: fatica e un bel panorama sullo Zoldano. Il Pelmo sempre in primo piano.
Un altro gruppo faceva lo stesso nostro percorso. Fra questi c’era anche un cugino del Papa Pacelli, che era piuttosto ciarliero. L’unica cosa che Marco notò del personaggio erano le sue gambe (!!!). Disse che erano proprio belle e tornite (!!!). Al che di nuovo ci siamo guardati attoniti, la Livia incominciava a preoccuparsi…. Più tardi spiegò che il suo era il punto di vista di uno sportivo.      
Appena arrivati al Grisetti ecco che il tempo peggiora e nere nuvole si accumulano sulla Civetta. Alcune gocce di pioggia incominciano a minare gli animi. Le voci a favore di un rientro tattico si fanno sentire. Ma la possibilità di tornare a valle per un facile sentiero, e stipati al caldo nel bivacco a mangiare qualcosa, ci consentiva di aspettare l’evolversi degli eventi.
L’esito della pausa è stato dirompente. Ubert e Annalisa, colti dal torpore post prandiale, dalla stanchezza e dall’ansia di dover affrontare le successive difficoltà sotto la pioggia hanno dato forfait decidendo di rientrare. In seguito ci hanno raccontato che hanno fatto il sentiero con il “cugino del Papa”. Il rientro di Ubert con le unghie azzurre assieme al molto ciarliero cugino del Papa con le belle gambe deve essere stata una scena imperdibile... Fortuna che c’era Annalisa.
Per quanto riguarda il resto della truppa, siamo subito ripartiti dicendo che si poteva andare sotto la forcella Inferiore e poi vedere se il tempo permetteva di proseguire. Siamo arrivati e siamo andati su. Marco stavolta si è posto a servizio del gruppo ed è rimasto sempre nelle retrovie per dare supporto. Roberto guidava e io facevo da “trait d’union”.
All’uscita dalla forcella, su un piccolo prato, altro intoppo. Linda, che si sta inerpicando su alcune zolle, ha un incontro ravvicinato con un bel “marasso”, nero e grosso, che gli soffia sul viso a mezzo metro. Lei, che è stata già vittima di un morso di vipera quando era bambina, con grande sangue freddo arretra, si sposta e prosegue. La mia preoccupazione era per Barbara che è più facile che resti “incrodata” per un simile evento che su un sesto grado. Stranamente, forse per la calma di Linda, anche Barbara supera il tutto e prosegue, eccezionale! La discesa non è stata semplicissima anche per via della leggera pioggia. Dopo poco si siamo però trovati tutti a mangiare sotto un raggio di sole (vedi foto di gruppo), con la calma di chi sa che il peggio è passato.
Poi però …. altre nuvole, rientro veloce sotto una pioggia crescente, diventata nel frattempo tempestina, poi di nuovo pioggia. A Linda che mi chiedeva, fin da quando abbiamo mangiato, quanto mancava dicevo sempre (non so perché) circa 20 minuti. Gli avrò detto almeno tre o quattro volte: “mancano 20 minuti”. Alla vista dell’auto e della copertina che ci lascio sempre dentro, ci siamo subito riscaldati.            
PS1. Abbiamo raggiunto Ubert e Annalisa a Dont, dopo che loro si erano fatti 5 Km. a piedi sulla strada per trovare un bar aperto (o era solo per seminare il cugino del Papa?).
PS2. Al Bar, Marco ha decantato i miracolosi effetti delle sue mutande tecniche in microfibra che gli consentono di essere sempre caldo e asciutto (roba da pubblicità Pampers). Le donne, sconcertate per tutti quei discorsi, imposero di partire immediatamente …
Finale con grande dormita in auto (Noella russava alla grande, Barbara ha dormito fino a Vittorio, ecc.). Finalmente un po’ di pace …
Ciao a tutti.


Eccovi le foto più significative dell'escursione
(per vederle bene cliccate due volte sulla prima foto e scorrete l'album)




Il canalino iniziale






Uno sguardo al passaggio che si dovrà affrontare








La Linda (in nero!) durante un delicato passaggio sul canalino (Roberto la segue dall'alto) 

Noella, Livia e Marco all'uscita del canalino

In prossimità della forcella, nei luoghi in cui Linda si è incontrata con il marasso! 



L'inizio della discesa






LA FOTO DI GRUPPO !!!



Le nuvole minacciose sul Pelmo







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